NOTA 2014



P.I. ANTONIO  AGHERBINO – via margherita di savoia, 51 -  70017 putignano (bari)
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Reperto   di Studio  14-101/ Politic/Scritto.
( Trascriz. del reperto 14-101/Politic/Video ).

 

Argomento importante: siamo al 10 dicembre 2011 e la politica ha assunto un livello di decadenza. La politica attiva dopo la Prima Repubblica, la c.d. Prima Repubblica, dal Dopoguerra a Mani Pulite (1990-1994) ha dato il meglio di sé ed il peggio di sé della Partitocrazia: è andata a finire nel Tribunale: I partiti ed i partitini sono scomparsi ed è successo di tutto. Si è girato pagina nel ’94 – 1994 – a fronte delle grande aspettative poiché tutti aspettavano un nuovo corso ed è sceso in campo un liberale molto atteso proprio perché liberale che come ha la sua radice-madre la Destra come tutti i liberali che fondamentalmente sono di destra come,  Conservatori, come Riformisti, come Massoni tradizionali, eccetera. Ma un liberale di oggi è un liberale moderno. Quando l’on. Berlusconi si è presentato nel 1994 con progetti ambizioni, ariosi, progetti liberali. Indimenticabile l’intervento alla trasmissione televisiva di Rai 1 di Bruno Vespa dove ha firmato il contratto con gli italiani, con tanto di carta, prospetti, diagrammi, di tutto ciò che doveva fare, con tutta la buona volontà di un liberale che sino ad allora era conosciuto come un impeccabile industriale, proprietario di tre reti televisive, giornali, insomma un tycoon, ovvero un magnate delle comunicazioni: ce ne sono tanti nel mondo!. Lui un astro nascente proprietario tra l’altro della testata giornalistica Il Giornale di Montanelli. Quando Berlusconi decise di scendere in campo politico disse al direttore Indro Montanelli – una colonna del giornalismo italiano – che lui si sarebbe dovuto mettere al suo servizio come tutto il giornale. Era una richiesta per quanto lecita ed ambiziosa da parte di un editore ma la cui risposta in questo caso era prevedibile: il rifiuto del diretto Montanelli che subito andò via. Perché c’era un accordo tra i due che stabiliva il rapporto di lavoro: Berlusconi il proprietario, indiscutibilmente e Montanelli il direttore, indiscutibilmente. Due ruoli separati e distinti che sono sempre stati rispettati da entrambi. All’insistenza del proprietario, Montanelli gli disse amichevolmente – difatti amici erano ed amici resteranno – «vuoi scendere in campo?  io non te lo consiglio perché primo non devi vincere ( nonostante ci fosse una platea vuota di politici importanti) e secondo fai attenzione perché se riesci in politica ti "massacreranno"». Berlusconi scese in campo nei 1994. Cosa è successo sino al 2011? Quando a novembre è caduto il suo governo e su suggerimento del Capo dello Stato e sotto le pressioni nazionali ed internazionali, lo spread, e la evidente crisi economica europea ed internazionale e chissà perché, si dava la colpa al governo Berlusconi che alla lunga su suggerimento pressante del Capo dello Stato, senza essere stato sfiduciato dal Parlamento italiano, e dato i buoni rapporti con l’Eu che insisteva perché la crisi era anche europea e quindi doveva essere l’Europa a risolverla, Berlusconi da statista, da perfetto statista, visto la situazione non volle fare un passo in dietro (ed in fatti si dimise dopo) [Un’anomalia politica dove il premier si rifiuta di dare le dimissioni (perché non sfiduciato dal Parlamento) ma su imperio del Capo dello Stato decide di dimettersi da premier e per sua scelta anche dal Pdl, a suo dire si mise di lato: ovvero uscì dalla scena politica.] Così il Capo dello Stato nominò premier l’ex commissario europeo ed economista bocconiano Mario Monti il cui programma di governo non recava alcuna novità. Ha fatto esattamente ciò che è fatto in precedenza con un programma sinistrorso fatto di tasse e di tagli sulla pubblica amministrazione, riordino da qualche parte ma tutto sommato non c’è alcuna novità. Voglio dire, chiunque della sinistra avrebbe fatto le stesse cose.
Non so se le avrebbe fatte meglio perché la sinistra è ricca di pasticcioni, di esibizionisti e col pallino delle tasse e non sanno fare altro che mettere tasse, tasse e tasse. I governi della sinistra non hanno mai risolto un bel niente.   
La scala mobile è stato un elemento importante per la formazione del debito pubblico
che era diventato un sistema automatico per l’aumento della retribuzione dei dipendenti statali e del fabbisogno annuale dei Dicasteri, è stata abolita dall’on. Bettino Craxi, socialista inviso ai comunisti, e la situazione economica migliorò o perlomeno non si aggravò ulteriormente. La sinistra, senza fare i nomi, aveva istituito  una sorta slot machine per i Dicasteri per cui ogni anno questi presentavano il proprio fabbisogno ed il Governo di turno assicurava questa richiesta senza battere ciglio. Una prassi automatica che ha creato un enorme ed irrinunciabile volume di spesa che aumentava anno dopo anno. Un sistema non controllato o controllato non più di tanto. Il governo Berlusconi ha proseguito il risanamento dei conti dello Stato ed è diventato inviso alla sinistra. Craxi ha fatto una fine poco nobile (fu costretto a fuggire all’estero, ove morì ammalato) e Berlusconi è stato perseguitato in mille modi e con un accanimento senza precedenti. Nella storia politica italiana non ci sono precedenti di una persecuzione contro personam ed in ogni forma solo perché era un liberale e perché aveva un programma di riforme. La sinistra la parola riforme non la vuol sentire. Non è che non le sappiano fare o non le vogliono fare. In Italia c’è un imperativo : «Niente riforme». In Italia niente riforme istituzionali. Dopo 50 anni di repubblicanesimo non si sono potuto fare le riforme istituzionali. Non le ha fatte la sinistra e la sinistra non le ha fatto fare alla destra. [Evidentemente questo potente «dominus» si sta sbizzarrendo.]
Ritornando a noi, Monti che cosa ha fatto, nonostante la sua buona volontà, ha messo le tasse ed ha fatto esattamente come i governi precedenti. Non ha scampo poiché il debito pubblico aumenterà in seguito ai nuovi rincari delle tasse e tariffe di ogni genere come il costo della benzina già da adesso (2011) è arrivato a 1,70 euro, il valore più alto in Europa così come il valore del debito pubblico.
Questa non è politica, anche se Monti è stato criticato dalla stampa nazionale perché non eletto dal popolo ma nominato direttamente dal Capo dello Stato, ma bisogna riconoscere che dato la situazione di emergenza la prassi era regolare. Però questo governo non riuscirà a salvare l’Italia come retoricamente è stato propagandato. E’ tutto falso non può riuscirci poiché mancano le riforme istituzionali, le riforme strutturali. Monti non è un politico. E’ un ex commissario europeo, un professore di economia, ma di politica non ne sa nulla e di riforme neanche e quindi non si va da nessuna parte. Da più di quarant’anni i nostri parlamentari hanno stabilito che il Parlamento monocamerale si è reso necessario per velocizzare l’iter parlamentare dato che i suoi componenti sono omogenei. La Camera dei deputati ridotta da 630 a 550/560 deputati è sufficiente. Il Parlamento odierno raffrontato con altri Stati come gli Usa, Brasile, Russia e la stessa Europa ha il doppio dei parlamentari. Noi abbiamo quasi 1000 parlamentari quando gli Usa ne hanno la metà. Lo idem l’ Europa. Questa anomalia, questa pazzia tutta italiana non viene neanche evidenziata né dai politici, né dai parlamentari, né dalla stampa italiana. Incidentalmente si parla di riduzione dello stipendio dei parlamentari, oppure ridurne il numero, ma alla fine le cose rimangono invariate. E’ tutta una commedia. Un’altra riforma importante e mai iniziata è la Rai-Tv. Le tre reti vanno messi sul mercato pubblico. Saranno vendute a società private ma non per fare cassa inteso come un vizio politico consolidato di fare rapacemente cassa. Ovviamente lo Stato farà cassa ma il vero motivo è che in linea di principio la Rai come azienda di Stato lede i diritti di concorrenzialità rispetto alle reti private.
La Rai è stato un monopolio sino a quando sono sorte le reti private. Oggi queste non sono più quelle di Berlusconi, ma si sono moltiplicate e di molto. Eppure nessuno ne parla e nessuno si impegna a metterle sul mercato dato che questa operazione non toglie il posto di lavoro a nessuno. Grosso modo, come è successo per altre aziende parastatali, il personale è stato assunto dagli acquirenti società di privati e salvo diversi accordi i dipendenti hanno potuto scegliere tra il prepensionamento, trasferimento in enti pubblici o dicasteri. E’ stato sufficiente con un apposito decreto legge trasformare l’azienda di Stato in società per azioni e subito messo sul mercato. Non si vende la Rai (un altro imperativo) perché la Rai-Tv è ridotto ad un salotto ad uso esclusivo dei politici. Questi storicamente hanno lottizzato Rai 1 a favore della Dc, Rai 2 ai partiti medi e Rai 3 al Pci ed alla sinistra con radici anche regionali.
Un altro problema irrisolto, ed oggi [2014, più che mai] non si riesce a capire perché, è il sistema elettorale. Si è formulato il Bipolarismo [grazie alla creazione dei neo partiti di destra il cui ispiratore e propositore è stato l’on Berlusconi] ovvero la formazione di due [soli] coalizioni fatti di partiti politici, di estrazione destro/sinistra ed ora assistiamo alla formazione di una nuova coalizione di centro. E’successo l’inverosimile.
In Parlamento si è insediato il terzo polo. E’ successo che in seguito alla caduta del governo Berlusconi causata dalla scissione dell’on. Fini dalla coalizione. La formazione Udc, di Casini & Co., finiani [l’on Fini era ed è rimasto Presidente della Camera] ed alcuni fuoriusciti di destra hanno dato origine al polo di centro. Inaudito! Ma vero. L’on. Fini ex missino che ha creato la Destra nazionale (ed ha partecipato alla coalizione di destra con la Lega italiana dell’on Bossi e Forza Italia di Berlusconi), per motivi certamente non politici ovvero extra politici ma dichiarati come se fossero veramente politici, ha scisso l’alleanza peraltro sancita dagli elettori ed ha optato per una nuova formazione che si è insediata direttamente ed automaticamente in Parlamento, d’imperio, senza il parare degli elettori. [Stranamente questo avvenimento, per nulla costituzionale, non ha sollevato nessuna indignazione da parte dei vertici istituzionali: del Capo dello Stato, del presidente del Senato e della Camera e tanto meno della stampa]. Sta di fatto che gli aderenti di questi partiti se ne sono infischiati del Bipolarismo. [E’ la dimostrazione pratica che la tanto esecrata Partitocrazia esiste ancora]. Tutto questo caos è dovuto al fatto che la politica, il cui primato, in un sistema democratico, non può essere messo in discussione, è diventato di secondo livello, è subordinato al primato del danaro (detto anche dio minore) una condizione che è andata sempre più consolidandosi da più di trent’anni sia in Italia che in Europa. I signori politici la cui immagine è andata di pari passo deteriorandosi in effetti sono condizionati dal potere economico-finanziario. [La cui icona è la Capra, ovvero la corruzione a seguito di minacce e o ricatti a soggetti privati o pubblici]. [La Partitocrazia non è solamente un fenomeno tipicamente italiano. In sordina è avvenuto in Europa.]
Subito dopo il Dopoguerra si pensò di creare l’Europa unita. I Paesi fondatori erano sei : Italia, Francia, Germania, Belgio, Lussemburgo,Olanda. Sull’abolizione dei dazi doganali e per una comune legislazione erano tutti d’accordo però quando si passò a realizzare la difesa territoriale – chissà perché, guarda caso – non si trovavano i soldi pur sapendo, che da secoli, ogni qualvolta si parlava di armamenti il credito nazionale e non, non manca. Non è mai mancato. Anzi. Da quel momento è incominciata la supremazia del potere economico. E’ lì che il potere politico ha dimostrato la sua debolezza. All’epoca fu detto che l’Europa si sarebbe fatto con il meglio esistente di tutti i Paesi aderenti invece, l’Unione fallì a causa di mancanza di danaro.
L’Europa è ugualmente iniziata ma con il MEC (Mercato comune europeo) ex CECA (Comunità europea del carbone ed acciaio) intraprendendo un cammino faticoso ed altamente burocratico, molto più di quello italiano. Un sistema elefantiaco ed alquanto artificioso tanto che, se avessero copiato dagli States avrebbero fatto meno errori. 
A posteriori emerge in tutta evidenza che i c. d. furbetti del quartiere (un eufemismo per non parlare di delinquenza sistematica) presero il sopravvento perché misero i soldi sicuri che a comandare sarebbero stati loro, non i politici. Ed a mio sommesso parere, giusto per essere largo di maniche, volendo fare un ragionamento grossolano, la cosa poteva anche essere tollerata. Però è successo che il sistema accusava un grave deficit di politica applicata, aggravata da una notevole burocrazia e non senza la corruzione. L’Europa l’hanno fatta, ma l’hanno fatta male. In Italia la situazione è identica. Basti pensare che nella classifica internazionale Amnesty International dei 200 Paesi più industrializzati siamo quasi gli ultimi ovvero siamo il popolo più corrotto. Da noi la corruzione è evidente ed è estesa in senso verticale ossia abbraccia tutti i ceti sociali. Chi più e chi meno. E’ diventata una corruzione sistematica. Ma la stampa la riporta ogni tanto soprattutto come statistica e non come fenomeno da combattere. In Europa non so come viene considerata la corruzione. Sta di fatto che da lì all’indomani della nomina del commissario Mario Monti a premier dopo i contatti di questi con i vertici europei (erano in discussione il rapporto Italia-Europa) si proponeva – a suo dire – che doveva "commissariare" lo Stato italiano. Questa nomina è stata accompagnata da una serie di elogi e di gratificazioni ma, visti i risultati, si è rivelata una vera e propria retorica di regime o peggio ancora l’ennesima sceneggiata. Del resto cosa ci si poteva aspettare da un esperto commissario europeo (un tecnico, non altro). Semmai la delusione è che era un bocconiano ossia un esperto di economia, un professore in economia. In questo momento di crisi in Italia tutto c’era di bisogno tranne che di un perditempo. Di un "parruccone". Si è dimostrato tale perché il suo programma di governo non contemplava alcune riforme di sostanza. [Eppure esiste da tempo un lungo elenco: abolizione del Senato; la tanto sospirata legge elettorale; eliminazione degli enti inutili; evasione fiscale; defiscalizzazione dei brevetti industriali; eliminazione dell’arretrato delle cause civili; e per quanto mi riguarda l’introduzione del Brevetto internazionale; la Piattaforma istituzionale; e dal 2012 la soluzione aulica per eliminare drasticamente ed efficacemente il debito pubblico. E’ sufficiente consultare il mio blog www.econ-agan.blogspot.com e seguenti.] La Piattaforma istituzionale è importante per accelerare l’iter burocratico in Parlamento. Infatti essa consiste in un Ufficio presso Palazzo Chigi come punto d’incontro tra il Premier ed il capo del partito di maggioranza d’opposizione. Entrambi, con pari facoltà, redigono un calendario di proposte di leggi condivise. Così il dibattito in Parlamento è più sintetico e non vengono ignorate le minoranze dato che – da sempre – si è assistito al solito rito che tutto ciò che viene proposto dalla maggioranza è sistematicamente ostacolato dalla minoranza e viceversa. In sostanza non si tratta di un «inciucio» bensì di un metodo per ridurre il tempo del dibattito parlamentare e soprattutto evitare alleanze perverse ed insane tra i partiti con lo scopo di far cadere il governo in carica. E’ successo non molto tempo fa per un governo di destra e subito dopo di un governo di sinistra. 
L’Europa è tutta da rifare così come l’Italia. E’ evidente che il caos nazionale e quello europeo ed internazionale contemplano lo stesso «dominus» o Capra dir si voglia, è  lo stesso caos che evidentemente è deleterio per le pubbliche amministrazioni. Significativo è che ad essere colpito è proprio il settore dell’economia.  Il colmo è che io "dio danaro" dispone di immense ricchezze ma allo scopo di creare il disordine. [Qualora ce ne fosse bisogno è evidente che il mio Metodo è ancora ignorato (2014) ed oltre a risolvere il debito pubblico è anche una sorta di cartina di tornasole per riconoscere la bontà degli amministratori e dei politici.] Esemplare è ciò che è successo negli Usa a proposito della bolla speculativa e poi dei titoli bancari "spazzatura". Colà i furbettini hanno fatto affari d’oro quando gli utili seguivano una curva positiva in crescendo del tipo esponenziale. Però hanno fatto un errore (ma non per essi). Dal momento che tale andamento al punto massimo segna lo zero, questi ancor prima non si sono fermati. Hanno preferito far perdere le loro tracce e del maltolto (dell’ordine di trilioni di dollari: cifra da capogiro!) lasciando nei guai le banche per l’emissione di titoli fasulli e la pubblica amministrazione americana rea di aver ingenuamente disabilitato tutti i provvedimenti di prevenzione economici-finanziari contro la speculazione. Paradossalmente è come una banca che elimina i vari sistemi di allarme dando così via libera ai ladri di far manbassa di denaro. Come si fa ad ignorare la delinquenza internazionale! Tuttavia ciò in Italia non è successo. I c. d. furbetti del quartierino ci hanno provato alla Banca d’Italia ma senza successo perché il Governatore, Paolo Baffi – che aveva sub-odorato sospetti movimenti internazionali - si oppose tenacemente ad ogni forma di modifica e di cambiamento e disse loro chiaramente «Voi non ci riuscirete. Sinché sarò io governatore non avrete successo». E così fu. Oggi però bisogna rivisitare le cronache del tempo per avere una vaga idea dell’orribile campagna mediatica, politica, giudiziaria e sociale ai danni del Governatore. Un attacco sistematico contro personam mai visto in precedenza. Una persecuzione talmente violenta che il probo Governatore fu costretto a dimettersi evidente «reo» di aver difeso strenuamente la Banca d’Italia e le istituzioni. Ed allora non ci fu alcuna indignazione di popolo. E tanto meno dei rappresentanti dei massimi vertici istituzionali. In conclusione le banche italiane in qualche modo si sono salvate perché avevano pochi titoli fasulli ma a spese del Governatore a cui la Banca d’Italia gli ha dedicato in segno di somma gratitudine  post mortem – una sala dell’Istituto.
Quindi, venendo ai giorni nostri (2014), possiamo dire che non ci meraviglia affatto quanto è accaduto – e che spudoratamente sta accadendo tutt’ora – all’on. Berlusconi è un "de ja vu" e a quanto pare è diventato di moda presso i media  sparlare a proposito ed a sproposito sul fondatore di Forza Italia con l’indignazione di maniera del- l’opposizione politica e la sponda di una parte della Magistratura definita "toghe rosse" (sinistrorse) la cui veridicità è meglio affidarla ai posteri poiché oggi in merito non ci sono provvedimenti di sorta. Meglio non sbilanciarsi. [Sta di fatto che un gran signore di origine meneghina, un autentico «your sef man» diventato in breve tempo proprietario di tre reti televisive, di alcune testate giornalistiche, un vero tycoon italiano e quant’altro, invidiatoci da tutto il mondo per la sua onestà intellettuale, spirito libero, liberale, riformista ed immancabilmente «show man» e che chissà perché dopo la sua scesa in campo a distanza di pochi anni ci appare (o meglio, è stato trasformato) come un soggetto "pericoloso" politicamente e socialmente!!! Mah! Eppure nessuno crede all’esistenza della "macchina del fango": eppure le macchinazioni ci sino!
A questo punto una profonda riflessione è doverosa e d’obbligo. L’Italia pur colpita dalla crisi economica internazionale in modo meno grave di altri, ancora non riesce ad uscire dallo stato di precarietà. La considerazione di fondo è che l’Italia non ha tutte le carte in regola per aver voce in capitolo in Europa.
Se pensiamo che la Germania era un Paese distrutto, come noi sconfitto della Seconda guerra mondiale, con una economia azzerata, e con un forte debito estero, oggi è la prima potenza europea, pacifica, senza bombe atomiche (non come la Francia e l’Inghilterra), mentre tutti gli altri Stati arrancano.
Oggi la Germania è la locomotiva europea ma più che lo Stato è la Bundesbank  la banca centrale tedesca che sostanzialmente fa politica economica di cui la Cancelliera, Angela Merkel è la sponda politica. Noi infantilmente ce la prendiamo sempre con l’egemonia tedesca e non ci rendiamo conto che ciò che manca è l’autorevolezza della Europa. Infatti esiste la Commissione europea, il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio dell’Unione europea, eccetera, ma non esiste come in tutti gli Stati europei un governo di ministri con a capo il premier o cancelliere dir si voglia. Non c’è una autorità di governo responsabile di un progetto europeo. Non c’è una (sola) voce autorevole al timone europeo. E’ sufficiente volerlo per evitare il caos.
Attualmente l’Europa detiene due seggi al Consiglio permanente dell’Onu (Francia ed Inghilterra, due potenze atomiche) mentre gli altri componenti come Usa, Russia e Cina ne hanno uno. Quindi in tal consesso non esiste la unicità europea. A rigore l’Europa non è rappresentata affatto. Sia la Francia che l’Inghilterra fanno finta di niente e tra l’altro giocano a fare gli europeisti. L’Inghilterra o meglio la Gran Bretagna si trova in una situazione imbarazzante. Si trova con un piede dentro l’Europa e l’altro nel Commonwealth ovvero una unione di Stati non europei che fa capo alla Regina d’Inghilterra. [ In queste condizioni come posiamo orgogliosamente parlare di Europa Unita se questa unitarietà non esiste. Per contro abbiamo l’unità monetaria ma a causa della crisi europea si dà la colpa all’introduzione dell’euro la causa di tutti i mali. Mentre ignoriamo che le riforme vanno fatte anche in Europa come il Bipolarismo di partiti, la Piattaforma istituzionale, ed immediatamente applicare il mio Metodo per risolvere la crisi economica e finanziaria. E scusate la mia momentanea immodestia.] Ma nessuno ne parla. Per gravità è esemplare è la situazione di Putignano, il mio paese. Da noi la popolazione alle Amministrative a suo tempo si è espressa a favore della coalizione di destra. Poi in virtù del Ballottaggio (una vera demenzialità poltico-istituzionale) il sindaco eletto era di sinistra. Alle votazioni seguenti successe la stessa cosa. Ed oggi sindaco è di sinistra. E nessuno ha obiettato. Neanche l’opposizione. E tanto meno la stampa locale.
Concludendo. In Italia esiste un caos grave generalizzato. Bisogna ripristinare il primato della politica, quella genuina. Attuare le riforme urgenti e fondamentali per intraprendere una spirale virtuosa per attuare il possibile " miracolo economico " , per garantire un equo sviluppo economico, sociale e politico e per dimostrare domani al mondo che in Italia non siamo sotto un regime apparentemente autoritario, che la stampa è completamente libera, e che in Europa siamo più autorevoli di ora.
agan
 
N.B. : La trascrizione e l’adattamento di questa opera contempla alcune aggiunte per meglio chiarire i vari concetti e sono riportati tra parentesi quadre.

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THE  END



















































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